Progetto SYRTO: uno studio del rischio sistemico
Di NicolettaIl Progetto SYRTO prende il nome dall’acronimo inglese SYstemic Risk TOmography (tomografia del rischio sistemico).
Il progetto prende in prestito dalla medicina termini come sintomi, prevenzione, contagio per parlare di crisi economica e instabilità finanziaria, con l’obiettivo di identificare le potenziali aree di instabilità finanziaria e mettere in campo nei tempi giusti le contromisure per evitare crisi sistemiche.
L’università di Brescia è capofila di un consorzio internazionale di atenei nel presentare il progetto, coordinato dal prof. Roberto Savona, docente di Economia degli intermediari finanziari. Si tratta in sostanza di mettere a punto un meccanismo di preallarme, un insieme di indicatori in grado di segnalare in anticipo le aree critiche esistenti nel sistema bancario in relazione al debito pubblico e alle imprese – e quindi anche l’influenza del debito pubblico sul PIL, il rapporto tra tassi di interesse e depositi, il portafoglio delle attività bancarie in termini di esposizioni a livello di obbligazioni. Obiettivo ultimo è prevenire e arginare il rischio sistemico.
La Grecia è uno dei primi paesi messi sotto la lente: nella sua recente storia, il primo segnale di allarme era costituito dalla decrescita del PIL e dal fatto di avere soltanto connessioni in uscita con stati, banche e assicurazioni di fondamentale importanza: questo si è tradotto in un’esportazione del rischio – che infatti è arrivato ora anche a Cipro.
Per quanto concerne l’Italia, secondo gli indicatori del progetto SYRTO, il vero rischio del notro paese è costituito dalla situazione politica: l’impatto che l’instabilità esercita sulla volatilità dei prezzi di mercato è infatti notevolissimo.
Il progetto SYRTO, finanziato dall’Unione Europea, durerà tre anni e sarà affiancato da istituzioni come la BCE e il Fondo Monetario Internazionale.
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