Tassi negativi sui depositi presso la BCE: quali sono i risvolti pratici

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Mario-DraghiGiovedì scorso è stata varata la prima tranche di provvedimenti volti a “suonare la sveglia” per l’economia europea, per sostenere consumi e investimenti, per spingere verso un calo del cambio internazionale dell’euro e per contrastare la tendenza spiccatamente deflazionistica che avviterebbe l’economia.

La prima misura è la più convenzionale di tutte: un taglio del costo del denaro con i cui le banche ottengono finanziamenti dalla Banca Centrale Europea con un tasso di interesse che tocca ai minimi storici: 0,15% per le condizioni ordinarie e 0.40% per le richieste in tempi brevi). Questo significa che il costo che una banca deve affrontare per procurarsi denaro da prestare è molto basso, prossimo allo zero, perciò ci sarà un effetto favorevole nei prossimi mesi sia sui mutui immobiliari (soprattutto quelli stipulati d’ora in poi) che sui prestiti e i finanziamenti per le imprese.

Il secondo strumento è l’acquisto da parte della BCE dei cosiddetti ABS, cioè dei titoli emessi da banche su loro valori, su attivi di bilancio o proprietà o cespiti dell’istituto di credito. Ora a comprarli sarà la banca centrale, con tutta la sua potenza finanziaria.

Una terza misura, la più sorprendente, è la variazione del tasso con cui vengono remunerati i depositi delle banche commerciali presso la BCE. Questo, con una decisione mai vista prima in Europa, diventa negativo e precisamente pari allo -0,1%. Per intenderci, se una banca deposita 1 milione di euro presso la BCE, dopo un certo periodo la somma riduce di 1000 euro: è evidente che alle banche non conviene più tenere i depositi inutilizzati a Francoforte, ma saranno costrette a trovare impieghi produttivi per il loro denaro, facendo circolare più moneta nel sistema. La decisione però spacca l’Europa: i meno contenti sono i tedeschi, che parlano di scippo a danno dei risparmiatori. I più soddisfatti sono invece i paesi come Francia e Italia che attendevano uno stimolo forte per la ripresa dell’economia.

E’ stato varato anche un quarto strumento, riassumibile nella sigla TLTRO, cui dedicheremo un articolo a parte nei prossimi giorni.


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